di Silvia Siniscalchi

 “Educazione geografica e patrimonio culturale. Beni Culturali, Ambientali e Paesaggistici tra scoperta, tutela e valorizzazione”. Questo il tema intorno al quale, dal 3 al 6 ottobre scorsi, presso l’Hotel Mediterranea e la vicina sede della Camera di Commercio, si sono riuniti a Salerno più di 180 studiosi, docenti e cultori del territorio provenienti da tutta Italia, in occasione del 62° convegno nazionale dell’Associazione Italiana Insegnanti di Geografia (AIIG), che quest’anno ha scelto la Campania come trampolino di lancio per un confronto fra geografia, politica e collettività.

Il convegno, articolato in relazioni scientifiche, workshop ed escursioni sul terreno, ha seguito un approccio di ricerca-didattica conforme alle finalità dell’AIIG, fondata nel 1954 da Elio Migliorini come società di cultura del territorio per la promozione di iniziative di carattere scientifico e divulgativo, con il coinvolgimento di docenti, studenti, attori territoriali e società civile.


Foto del Convegno

Patrocinato dal Comune e dalla Camera di Commercio di Salerno, dalla Società di Storia Patria Salernitana e da tutti i principali consessi geografici nazionali, con la partecipazione del Dipartimento di Scienze del Patrimonio Culturale e i contributi del Dipartimento di Studi Umanistici e del Dipartimento di Scienze Umane, Filosofiche e della Formazione dell’Università degli Studi di Salerno e di UniPegaso, il convegno ha affrontato le diverse problematiche dei beni culturali mettendo a diretto contatto geografi, storici dell’arte, archeologi, storici e docenti della scuola nonché esponenti della società civile, rappresentata quest’anno dall’associazione campana Maestri di strada onlus, espressione diretta della dei territori in cui l’iniziativa si è svolta. 

In un’atmosfera serena e dinamica i vari momenti dell’evento sono stati contraddistinti da serietà e rigore scientifico, come si è apprezzato già all’apertura dei lavori, con una significativa introduzione del presidente Riccardo Morri e i saluti istituzionali (non di circostanza) di Franco Iseppi (Presidente del Touring Club Italiano), Rosa Maria Grillo e Luca Cerchiai (Direttori, rispettivamente, del Dipartimento di Studi Umanistici e del Dipartimento di Scienze del Patrimonio Culturale dell’Università di Salerno), Colomba La Ragione (Università Telematica Pegaso), Andrea Riggio (Presidente dell’Associazione dei Geografi Italiani), Paola De Roberto (Assessorato alle Politiche Sociali del Comune di Salerno). Particolare interesse ha suscitato la relazione sul tema Geografia, processi di patrimonializzazione ed educazione geografica di Michele Lanzinger, Direttore del Museo delle Scienze di Trento, cui è stato tributato il Premio Geografia-Giorgio Valussi. Altrettanto stimolante si è rivelata la tavola rotonda coordinata da Cristiano Giorda (responsabile formazione AIIG dell’Università di Torino) cui hanno partecipato Daniela La Foresta (Università di Napoli Federico II), Mirella Loda (Università di Firenze), Mauro Varotto (Università di Padova), che si sono confrontati sulla questione di come adottare nuove modalità di ricerca-didattica in Geografia. Vi ha fatto seguito una inedita apertura dell’assemblea dei soci – presieduta da Gino De Vecchis, presidente onorario dell’AIIG – affidata alla voce di una bimba di Lecce, autrice di una lettera indirizzata al presidente Morri, per esprimergli viva preoccupazione per le troppo poche ore di insegnamento della geografia nella scuola italiana. La lettera ha messo in luce senza preamboli il principale problema della disciplina, erosa negli ultimi anni da riforme ministeriali sempre più “geograficide” e poco lungimiranti, ma a fronte delle quali l’AIIG non ha mai smesso di agire, potenziando anzi la propria capacità di interlocuzione con il rafforzamento delle competenze degli insegnanti che ne fanno parte. Tra questi ultimi quest’anno hanno ricevuto le nomine a soci d’onore quattro docenti particolarmente agguerrite: Alfreda Maria Papurello, presidente della sezione provinciale di Sassari – già insignita qualche mese fa dell’onorificenza di Cavaliere dell’Ordine “Al Merito della Repubblica Italiana” – Lucia Mocco, presidente della sezione provinciale di Cagliari, e le sorelle Angela e Anna Paola Tassone (quest’ultima presidente della sezione provinciale di Cuneo). Dopo la relazione annuale del Presidente e gli interventi del tesoriere e del revisore dei conti, è stata invitata a parlare la dottoressa Fiorenza Frigoni, Direttore Prodotti e Servizi Turistico-Cartografici del Touring Club Italiano, in virtù di una sempre più stretta cooperazione tra l’AIIG e il TCI che può sortire ottime prospettive per il futuro, in vista di un reciproco rafforzamento dei due consessi geografici.

La seconda giornata del convegno (4 ottobre) è stata contrassegnata per l’intera mattinata, sino al primo pomeriggio, dal susseguirsi delle Officine didattiche incentrate sul tema “Strumenti e metodi per lo studio dei Beni culturali”, curate da Giovanni Donadelli (Consigliere nazionale dell’AIIG, Università di Padova), Margherita Cisani (Università di Padova) e dall’Ufficio Sociale dell’AIIG, a cui hanno preso parte con molto interesse i docenti della scuola iscritti al 23° corso di Aggiornamento e Sperimentazione didattica. Di scuola e università si è poi parlato in particolare nel pomeriggio presso la Camera di Commercio di Salerno con le relazioni sul tema “Esperienze didattiche, tra Scuola e Università-La geografia nei percorsi di alternanza-lavoro”. Coordinati da Silvia Siniscalchi (presidente AIIG Campania, Università di Salerno) si sono così susseguiti gli interessanti interventi di Anna De Martino (Soprintendenza ABAP Salerno), che ha mostrato una serie di percorsi iconografici sul centro storico di Salerno realizzati dagli studenti delle scuole superiori, Teresa Amodio (Presidente AIIG Salerno, Università di Salerno), che ha presentato “Salerno in particolare”, un articolato progetto multimediale di realtà aumentata incentrato sul centro storico di Salerno, Emilia Sarno (Presidente AIIG Avellino, Università Telematica Pegaso) che ha offerto una serie di indicazioni logico-metodologiche sull’argomento, Antonella Trotta (Delegata P.C.T.O., Università di Salerno), che ha illustrato alcuni dei progetti avviati dall’Università in cooperazione con le reti scolastiche, e Antonina Plutino (Università di Salerno), che ha descritto le modalità e gli spazi d’azione, fisici e mentali, del bullismo scolastico, nonché le strategie per contrastarne gli effetti. La giornata si è conclusa con la cena sociale, animata dalla proiezione di una presentazione in Power Point inviata dai soci di Cuneo quale omaggio-sorpresa per le sorelle Tassone e presentata per l’occasione dal prof. Dino Gavinelli.

Il terzo giorno del convegno (5 ottobre) si è svolto fra la sede della Camera di Commercio e il centro storico di Salerno. La prima ha ospitato le relazioni sul tema “Approcci interdisciplinari allo studio dei Beni Culturali”, con gli interventi di Mariagiovanna Riitano (Università di Salerno), che ha descritto gli aspetti teorici e metodologici del progetto “Salerno in particolare” per poi passare a coordinare i successivi interventi di Stefania Zuliani (Università di Salerno), autrice di una serie di ricerche a cavallo tra la storia dell’arte e lo studio del territorio, Fausto Longo (Università di Salerno) che ha evidenziato il profondo, inscindibile nesso fra archeologia e geografia, Luigi Vecchio, che ha raccontato i viaggi degli “immigrati” greci dell’VIII secolo a.C. mostrandone le affinità con l’attualità, e Vincenzo Aversano (Università di Salerno), che ha presentato le profonde valenze geografiche della Toponomastica e il valore della cultura classica per la ricerca in Geografia. Molto interesse ha poi suscitato la presentazione di un progetto multidisciplinare di ricerca-didattica curato da Rossana Rogato e Giovanni Fattorusso, docenti dell’Istituto Comprensivo “Picentia” di Pontecagnano (Salerno), incentrato sull’analisi dei reperti del museo archeologico di Pontecagnano, sulla loro contestualizzazione storico-territoriale e sulla loro riproduzione con una stampante 3D.

Nutrita e interessata è stata quindi la partecipazione a una lunga escursione guidata nel centro storico di Salerno, che ha dato la possibilità agli stessi organizzatori di sentirsi turisti nella propria città e alla quale hanno preso parte anche i soci più anziani, che sono riusciti a percorrere le strade in pendenza della struttura triangolare che connota il cuore più antico e stratificato della Salerno romana e medievale. Hanno così raggiunto il decumano di via Tasso, risalendo verso il Giardino della Minerva, situato in una zona denominata nel Medioevo “Plaium montis”, a metà strada di un ideale percorso che si sviluppa lungo l’asse degli orti cinti e terrazzati che dalla Villa comunale salgono, intorno al torrente Fusandola, verso il Castello di Arechi. Il giardino, caratterizzato dai profumi penetranti di molteplici piante medicinali e da un complesso e spettacolare sistema di canalizzazioni, appartenne alla famiglia Silvatico, sin dal XII secolo, come testimoniano i documenti d’archivio. Nel primo ventennio del ‘300, il maestro Matteo Silvatico vi istituì un “Giardino dei semplici”, precursore di tutti i futuri Orti botanici d’Europa, dove svolgeva una vera e propria attività didattica per mostrare agli allievi della Scuola Medica Salernitana le piante con il loro nome e le loro caratteristiche. Altrettanto interessante la successiva visita alla piccola chiesa di S. Maria de Lama, una delle più antiche della città, situata sui gradoni della Lama (il cui nome deriva dalla presenza di un torrente che scorre tuttora sotto il livello stradale), nei pressi di via Tasso, da poco restaurata a cura del Touring Club Italiano e riaperta al pubblico. La cripta, decorata con affreschi alto-medievali di fattura beneventana, rivela alcune murature in opus reticulatum, risalenti a un preesistente edificio romano del II secolo, che fanno ben capire la struttura stratificata del centro antico della città, dove i secoli si sono sovrapposti l’uno sull’altro senza soluzione di continuità, rivelandosi solo allo sguardo di osservatori attenti e competenti. Dopo una breve ed estemporanea sosta tra i banchi della chiesa, richiesta con insistenza da un dubbio ‘mecenate’ di passaggio, bisognoso di assicurare un pubblico (di fortuna) all’esposizione pittorica di un povero artista del tutto sconosciuto, l’escursione è ripartita alla volta della Cattedrale di S. Matteo, dove le note dell’organo a canne, a tutto volume, hanno spinto la guida ad accelerare il più possibile le spiegazioni introduttive per trovare un (parziale) rifugio ‘acustico’ nella Cripta, dove non si rende necessario alcuno sguardo particolare per cogliere la bellezza di una ricchissima decorazione che lascia senza fiato i visitatori.  La Cripta costituisce il primo nucleo nella costruzione del duomo: nel marzo 1081, alla presenza di Roberto il Guiscardo e dell’Arcivescovo Alfano I, venivano deposte le reliquie di san Matteo, dei santi martiri e di altri santi, come si evince dalle diverse lapidi ivi collocate, le quali dimostrano che a quella data la struttura era già completa. La Cripta, come la si vede oggi, corrisponde ai lavori eseguiti agli inizi del Seicento ad opera degli architetti Domenico Fontana e del figlio Giulio Cesare, i quali hanno sfruttato la centralità del sepolcro di san Matteo, il luogo più sacro di tutta la chiesa, facendovi ruotare intorno tutti gli altri spazi. Ultima tappa dell’escursione è stata infine la zona del Palazzo Fruscione (di origine normanna) e della reggia del principe longobardo Arechi, adiacente all’attuale chiesa di S. Pietro a Corte.

Il quarto giorno del convegno (6 ottobre) è stato caratterizzato dalle escursioni di un’intera giornata, che hanno interpretato il tema dei beni culturali sul versante di quelli ambientali più propriamente detti, incentrando l’attenzione su tre località: Paestum, Padula e Matera. La guida alle escursioni è stata affidata a professori di vaglio: Vincenzo Aversano (geografo) e Fernando La Greca (storico romano) per Paestum; Giuseppe Preziosi (geografo e cartografo) per Padula; Renè George Maury (geografo) per Matera, coadiuvato da Silvia Siniscalchi e Argenzia Bonora, con l’ottima guida in loco di Francesco Foschino. Tutte e tre le escursioni, effettuate in aree di grande interesse ambientale, territoriale e storico, sono state condotte secondo un rigoroso metodo scientifico, a partire dalla contestualizzazione geografico-fisica delle aree visitate, con la puntuale descrizione delle loro caratteristiche morfologico-pedologiche e climatiche e, quindi, di quelle economiche, sociali e culturali, dall’antichità ai tempi odierni, con le grandi trasformazioni politiche, economiche e sociali precedenti e successive alla seconda guerra mondiale. La distribuzione – nel caso dell’escursione a Matera – di schede geocartografiche relative ad alcuni punti e questioni fondamentali del territorio attraversato, hanno poi facilitato la comprensione delle dinamiche territoriali di aree economicamente squilibrate e contraddistinte da un qual certo “bipolarismo” economico, intimamente connesso all’attualissima questione delle aree interne.

In conclusione a Salerno si è svolto un convegno che possiamo definire ben riuscito, che ha certamente contribuito ad arricchire il bagaglio geografico di chi vi ha preso parte, grazie al funzionamento di una macchina organizzativa ed esecutiva messa in moto dalla collaborazione attiva e cooperativa di tutti i partecipanti e soci dell’AIIG intervenuti al consesso.

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